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STATI UNITI D'AMERICA |
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Gli '''Stati Uniti
d'America''', comunemente abbreviati con l'acronimo '''USA'''
(United States of America) (in inglese viene usata anche
l'abbreviazione '''The States''' dell'originale denominazione
ufficiale in lingua inglese ''United States of America''),
sono una repubblica federale democratica
dell'America settentrionale composta da 50 stati e un
distretto federale. Confinano a nord con il Canada e a sud con
il Messico, mentre ad est e ad ovest sono bagnati
rispettivamente dall'oceano Atlantico e dall'oceano
Pacifico. Le acque territoriali dell'Alaska - lo stato più
vasto - confinano con la Russia (Stretto di Bering). Lo
stato delle Hawaii è formato da un arcipelago localizzato
nel centro dell’oceano Pacifico. Il paese possiede anche
alcuni territori e zone insulari, sparsi tra il mare dei Caraibi e il Oceano Pacifico.
Con una superficie di
oltre 9,83 milioni di km² e con più di 300 milioni di abitanti,
gli Stati Uniti sono il terzo paese più esteso al mondo, e il
terzo più popolato. Gli Stati Uniti sono uno dei paesi con la
maggior diversità etnica e la sua multiculturalità è il prodotto
di un’immigrazione su larga scala dai più svariati paesi dei
diversi continenti.L'economia degli Stati Uniti è la più
grande del mondo, con una stima del prodotto interno lordo
(PIL) nel 2008 di 14.300 miliardi di dollari che rappresenta il 23% del totale mondiale basato sul PIL
nominale e quasi il 21% del PIL calcolato a parità di potere
d'acquisto.
La federazione è stata fondata da tredici colonie del Regno
Unito situate lungo la costa atlantica. Il
4 luglio 1776, con la Dichiarazione di indipendenza
degli Stati Uniti d'America(Dichiarazione di indipendenza), hanno
proclamato la loro indipendenza dalla Gran Bretagna. Gli stati si
ribellarono e sconfissero i britannici nella
guerra di indipendenza americana, prima grande colonia a
rivoltarsi con successo contro le leggi coloniali.
Una ''Convenzione Federale'' (Convenzione di Filadelfia)
adottò l'attuale Costituzione degli Stati Uniti d'America il
17 settembre 1787; con la ratifica, l'anno successivo
nasceva una repubblica con un forte governo centrale. La Carta
dei Diritti, che comprendeva dieci emendamenti costituzionali per
garantire molti diritti civili fondamentali e libertà, venne
ratificata nel 1791.
Nel corso del XIX secolo gli Stati Uniti acquisirono nuovi
territori da Francia, Spagna, Regno Unito, Messico
e Russia, annettendo la Repubblica del Texas e la
Repubblica di Hawaii. Le controversie tra il Sud agrario e il
Nord industriale sull’affermazione dei diritti e l'espansione
dell’istituzione della schiavitù provocò la guerra di secessione
americana del 1861. Il Nord impedì una scissione del paese e
portò la fine della schiavitù legale negli Stati Uniti. La
guerra ispano-americana e la prima guerra mondiale
confermarono lo status di potenza militare. Nel 1945 gli Stati
Uniti emersero dalla seconda guerra mondiale come il primo
paese dotato di bomba atomica, membro permanente
del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite, e un membro fondatore della NATO. La fine della
guerra fredda, e il conseguente crollo dell'Unione
Sovietica, lasciarono gli Stati Uniti come unica superpotenza.
Il sostantivo ''America'' deriva dal nome dell'esploratore fiorentino Amerigo Vespucci, che per primo riconobbe di essere di fronte a un nuovo continente,
e non, come si credeva, ad alcune isole asiatiche. La prima volta
che comparve il nome ''America'' fu nel libro ''Cosmographiae
Introductio'', pubblicato nel 1507 dal cartografo tedesco Martin Waldseemüller, che propose di dare al "nuovo
continente" il nome di Vespucci.
Il nome completo del paese è stato utilizzato per la prima volta
ufficialmente nella Dichiarazione d'indipendenza, con la
dicitura di "unanime Dichiarazione dei tredici Stati Uniti
d'America", adottata dai "Rappresentanti degli Stati Uniti
d'America" il 4 luglio 1776.
L'attuale nome (sensibilmente corretto) risale al 15 novembre 1777, quando il secondo Congresso Continentale adottò gli
articoli della Confederazione, utilizzando ''The United States of
America'' (Gli Stati Uniti d'America). La forma più breve, ''Stati
Uniti'' è normalmente utilizzata. Altre forme comuni includono gli
''U.S'', U.S.A., o semplicemente ''America''. Il nome ''Columbia'',
un tempo nome popolare per le Americhe e per gli Stati Uniti (in
onore di Cristoforo Colombo), permane nel nome ''Distretto
di Columbia''.
Il modo standard per fare riferimento a un cittadino degli Stati
Uniti è con il termine ''americano'' o ''statunitense''.
L’aggettivo ''americano'' è il più comune adottato per riferirsi
al paese ("valori americani", "le forze americane"). ''Americano''
è raramente usato nella lingua inglese per riferirsi a persone che
non sono in riferimento agli Stati Uniti.
Nativi americani e
colonizzazione europea
Le popolazioni indigene del continente americano, tra
cui i nativi dell'Alaska, migrarono dall'Asia in una data
variabile, a secondo della ricerca, tra i 12.000 e i 40.000 anni
fa.
Alcune civiltà precolombiane svilupparono un’avanzata
agricoltura, una grande architettura, ed un alto livello di
società. Nel 1492, l’esploratore genovese Cristoforo
Colombo, sotto la corona spagnola, raggiunse diverse isole dei
Mar dei Caraibi, contribuendo al primo contatto dell’uomo bianco
con le popolazioni indigene. Milioni di indigeni americani
morirono in seguito a causa delle epidemie portate dagli europei.
Il 2 aprile 1513 il conquistatore spagnolo Juan
Ponce de León sbarcò in una regione che chiamò "La
Florida", il primo contatto europeo documentato su quello che
sarebbero diventati gli Stati Uniti. Degli insediamenti spagnoli
nella regione, rimane solo St. Augustine, fondata nel
1565. Altri insediamenti spagnoli vennero creati nell’odierno
sud degli Stati Uniti, attirando migliaia di persone attraverso il
Messico. I commercianti di pellicce francesi stabilirono
avamposti nella Nuova Francia nella regione dei Grandi Laghi ; successivamente la Francia si
impadronì di gran parte del Nord America, penetrando fino al
Golfo del Messico. La prima colonia inglese di una certa entità fu Jamestown, Virginia, fondata nel 1607. Nel
1628 venne fondata la Massachusetts Bay Colony da parte
dei Puritani che portò ad un’ondata migratoria; nel 1634
nella Nuova Inghilterra erano insediati circa 10.000
Puritani. Tra la fine degli anni ’10 del 1600 e la Rivoluzione
Americana, vennero spediti circa 50.000 detenuti nelle colonie
americane britanniche.
Nel 1614 venne fondato un insediamento olandese
lungo il fiume Hudson inferiore, includendo New
Amsterdam sull’isola di Manhattan.
Nel 1674 gli olandesi cedettero il loro territorio americano
all'Inghilterra, la provincia della Nuova Olanda venne
ribattezzata New York. Molti dei nuovi immigrati, soprattutto nel
Sud, erano schiavi (circa due terzi di tutti gli immigrati della
Virginia tra il 1630 e 1680).
Con la fine del secolo, furono gli schiavi africani a diventare la
fonte primaria di lavoro. Nel 1729 con la divisione della
Provincia della Carolina, e la colonizzazione della
Georgia (provincia coloniale) del 1732, si
completava il cerchio delle tredici colonie britanniche che
sarebbero diventate gli Stati Uniti d'America. Con tassi di
natalità elevati, bassi tassi di mortalità, e una costante
immigrazione, la popolazione coloniale crebbe rapidamente. Nella
Guerra franco-indiana le forze britanniche si impadronirono
del Canada francese. Esclusi i nativi americani, le tredici
colonie avevano una popolazione di 2,6 milioni di abitanti nel
1770, circa un terzo della Gran Bretagna, e quasi uno su cinque
erano schiavi neri.
Anche se soggetti alla tassazione britannica, le colonie americane
non avevano rappresentanza nel Parlamento della Gran Bretagna.
L'indipendenza e l'espansione
La
Dichiarazione d'indipendenza degli Stati Uniti (John Trumbull,
1817-18).
Tensioni crescenti tra i coloni americani e gli inglesi durante
gli anni sessanta e settanta del 1700 portarono alla Guerra di
indipendenza americana, combattuta dal 1775 al 1781. Il
14 giugno 1775, il Congresso continentale, tenutosi a
Filadelfia (Pennsylvania), istituì un esercito continentale sotto
il comando di George Washington.
Annunciando che "tutti gli uomini sono creati uguali" e dotati di
"diritti inalienabili", il Congresso adottò la Dichiarazione
d'Indipendenza, redatta in gran parte da Thomas Jefferson,
il 4 luglio 1776. Tale data celebrata ogni anno come il
“giorno dell’Indipendenza”.
Dopo la sconfitta dell’esercito britannico da parte delle forze
americane assistite dai francesi, la Gran Bretagna riconobbe
l'indipendenza degli Stati Uniti la sovranità sul territorio
americano fino al fiume Mississippi. La Costituzione degli
Stati Uniti d'America venne ratificato nel 1788, e il primo
presidente, George Washington, entrò in carica nel 1789.
Gli atteggiamenti verso la schiavitù mutarono; una clausola nella
Costituzione protesse il commercio di schiavi africani solo fino
al 1808. Il Nord abolì la schiavitù tra il 1780 e il
1804.
Acquisizioni territoriali aumentarono il desiderio americano di
espansione verso l’Ovest, richiedendo una lunga serie di guerre
indiane e atto di rimozione degli indiani volte a
spogliare i popoli indigeni delle loro terre. L'acquisto della
Louisiana francese, sotto la guida del Presidente Thomas
Jefferson nel 1803, raddoppiò quasi la dimensione della
federazione. La guerra del 1812 contro la Gran Bretagna
rafforzò il nazionalismo. Una serie di incursioni militari
statunitensi in Florida portarono la Spagna a cedere altro
territorio lungo la costa del Golfo del Messico nel 1819.
Ci fu l’annessione della Repubblica del Texas nel 1845.
Nel 1846 fu siglato il trattato dell'Oregon con la Gran
Bretagna, portando al controllo da parte statunitense sul
Nord-Ovest americano. La vittoria degli Stati Uniti nella
Trattato di Guadalupe Hidalgo contro il Messico nel
1848 portò all’annessione della California e di gran parte
dell’odierno Sud-ovest americano. La corsa all'oro tra il
1848 e 1849 portarono ad un’ulteriore migrazione verso
occidente. La nuova rete ferroviaria rese più facile il
trasferimento di coloni e l'aumento dei conflitti con i nativi
americani. In mezzo secolo vennero abbattuti fino a 40 milioni di
bisonti americani per le pelli e la carne. Una risorsa primaria
che scompariva dalle pianure, causando un grave contraccolpo in
molte culture native.
Guerra civile e industrializzazione
Le tensioni tra gli Stati del Nord e quelli del Sud aumentarono su
argomenti quali il rapporto tra lo Stato e i governi federali,
come pure la diffusione della schiavitù nei nuovi Stati membri.
Abraham Lincoln fu eletto presidente nel 1860. Poco prima
sette Stati schiavisti dichiararono la loro secessione. Si arrivò
alla Guerra di secessione americana iniziata con l’attacco a Fort Sumter. Dopo la vittoria dell'Unione nel 1865, tre
emendamenti alla Costituzione degli Stati Uniti d'America
garantirono la libertà a quasi quattro milioni di africani
americani un tempo schiavi, rendendoli cittadini, e donando loro
il diritto di voto. La guerra e la sua risoluzione portarono ad un
aumento sostanziale del potere federale.
Nel Nord, l'urbanizzazione e un afflusso senza precedenti di
immigrati provenienti dagli stati meridionali e orientali affrettò
il processo di industrializzazione. L'ondata di immigrazione durò
fino al 1929. Massicce protezioni tariffarie, la costruzione
di infrastrutture, e nuovi regolamenti bancari, incoraggiarono la
crescita economica. Nel 1867 gli Stati Uniti acquistarono
l’Alaska dalla Russia completando l’espansione
continentale. Il Massacro di Wounded Knee nel 1890 fu
l'ultimo grande conflitto armato delle Guerre Indiane. Nel
1893, la monarchia indigena del Regno di Hawaii venne
rovesciato in un colpo di stato portato avanti dagli americani
residenti; gli Stati Uniti annessero l'arcipelago nel
1898. La vittoria nella Guerra ispano-americana dello
stesso anno dimostrò che gli Stati Uniti erano oramai una potenza
mondiale e portò all’annessione di Porto Rico, Guam e
delle Filippine. Le Filippine ottennero l'indipendenza
solo mezzo secolo più tardi; Porto Rico e Guam rimangono
ancora territori degli Stati Uniti.
Le due Guerre Mondiali
Allo scoppio della Prima guerra mondiale nel 1914, gli Stati
Uniti rimasero neutrali. La maggior parte degli americani
simpatizzava per i britannici e i francesi, anche se molti erano
contrari all’intervento.
Nel 1917 gli Stati Uniti si unirono agli alleati, contro gli
Imperi Centrali. Dopo la guerra il Senato non ratificò il
Trattato di Versailles (1919), che
istituiva la Lega delle Nazioni. Il paese perseguì una
politica unilaterale di quasi isolazionismo. Negli anni ‘20 un
emendamento costituzionale concesse il suffragio alle donne. La
prosperità dei ruggenti anni Venti si concluse con il crollo di Wall Street del 1929 che diede inizio alla
Grande Depressione. Dopo la sua elezione a presidente nel
1932, Franklin Delano Roosevelt diede inizio al New
Deal, una serie crescente di politiche di intervento del governo
nell'economia. Il Dust Bowl a metà degli anni ’30 impoverì
molte comunità agricole e stimolò una nuova ondata migratoria
verso occidente.
Gli Stati Uniti, effettivamente neutrali durante la Seconda
Guerra Mondiale dopo l'invasione nazista della Polonia nel
settembre 1939, iniziarono la fornitura di materiali agli
Alleati nel marzo 1941 tramite il programma Lend-Lease. Il 7
dicembre 1941 gli Stati Uniti entrarono in guerra con gli Alleati
contro le potenze dell’Asse in seguito ad un attacco a sorpresa su Pearl Harbor da parte del Giappone. La
Seconda Guerra Mondiale ebbe un costo economico superiore a
qualsiasi altra guerra nella storia americana, ma favorì l'economia, fornendo
capitali e garantendo l’occupazione.
Tra i grandi paesi combattenti, la federazione è stata l'unica a
diventare più ricca (di gran lunga) in conseguenza alla guerra.
Le conferenze di Conferenza di Bretton Woods e
Conferenza di Yalta delinearono un nuovo sistema nelle
organizzazioni internazionali, ponendo gli Stati Uniti e
l’Unione Sovietica al centro del mondo. Con la vittoria in
Europa, nel 1945 venne tenuta una conferenza internazionale a
San Francisco che portò alla Carta delle Nazioni Unite, divenuta
attiva dopo la guerra .Gli Stati Uniti, dopo aver sviluppato le prime armi nucleari,
sganciarono la bomba atomica sulle città giapponesi di
Hiroshima e Nagasaki nell’agosto del 1945. Il
Giappone si arrese il 2 settembre, ponendo fine alla guerra .
Guerra fredda e dei
diritti civili
Kennedy annuncia il Programma Apollo del 25 maggio 1961.
Gli Stati Uniti e Unione Sovietica si spartirono il potere dopo la
Seconda Guerra Mondiale, durante la Guerra Fredda, e
dominarono gli affari militari dell'Europa attraverso la
NATO e il Patto di Varsavia. Gli Stati Uniti promossero la
democrazia liberale e il capitalismo, mentre l'Unione
Sovietica promosse il comunismo e un’economia pianificata a
livello centrale. Le truppe americane combatterono le forze
comuniste nella Guerra di Corea del 1950-1953, e si
sperimentò la Crisi dei missili di Cuba.
Al lancio sovietico del primo equipaggio umano nello spazio nel
1961 risposero gli Stati Uniti con il primo uomo sulla
Luna nel 1969. Il paese conobbe una forte espansione economica. Un
crescente movimento dei diritti civili, guidata da africani
americani, come Martin Luther King, combatterono la
segregazione e la discriminazione razziale. Dopo l'assassinio di Kennedy nel 1963 vennero approvati il Civil Rights Act del
1964 e il Voting Rights Act del 1965 dal Presidente Lyndon
B. Johnson. Johnson e il suo successore, Richard Nixon,
portarono il paese ad una nuova guerra nel Sud-Est asiatico, la
Guerra del Vietnam. In questi anni furono grandi le riforme
sociali, nacque il movimento femminismo e si
sviluppò il dibattito sui problemi ambientali e sui diritti
civili, e l’opposizione alla guerra.
Come risultato dello scandalo Watergate, Nixon divenne il primo
presidente degli Stati Uniti a dimettersi nel 1974. Durante il
governo di Jimmy Carter alla fine degli anni settanta,
l'economia degli Stati Uniti sperimentò la stagflazione.
L'elezione di Ronald Reagan come presidente nel 1980 segnò un
significativo spostamento verso destra della politica americana,
che si riflesse nelle principali modifiche in materia fiscale e
nelle priorità di spesa.
Tra la fine degli anni ottanta e l'inizio degli anni novanta,
l'Unione Sovietica crollò, ponendo fine alla Guerra
Fredda.
Epoca contemporanea
L'attentato alle Torri Gemelle a New York nel 2001.
Il ruolo di leadership assunto dagli Stati Uniti e dei suoi
alleati -la Guerra del Golfo sotto la guida del Presidente George
H.W. Bush, e la guerra in Jugoslavia sotto la guida del Presidente Bill Clinton- contribuì a preservare la propria
posizione di superpotenza. La più lunga espansione economica nella
storia moderna degli Stati Uniti coprì il periodo tra marzo
1991 e marzo 2001, prevalentemente sotto l'amministrazione Clinton.
Gli attentati dell'11 settembre 2001 che colpirono il World Trade Center di New York e il Pentagono
uccisero quasi tremila persone. In risposta, il Presidente George W. Bush
lanciò la guerra contro il terrorismo. Alla fine del 2001 le
forze americane invasero l'Afghanistan, rovesciando il governo dei talebani che però continuarono le operazioni di
guerriglia. Nel 2002 l'amministrazione Bush iniziò a premere
per il cambiamento del regime in Iraq. Sebbene senza il
sostegno della NATO o di un esplicito mandato delle
Organizzazione delle Nazioni Unite si arrivò
all’invasione dell'Iraq nel 2003 che portò alla cattura del
presidente Saddam Hussein.
La guerra in Iraq, non ancora conclusa, vede l’opposizione dalla
maggior parte degli americani.
Il 4 novembre 2008 il senatore democratico Barack Obama
è stato eletto presidente (il suo mandato è iniziato il 20 gennaio
2009), primo afro-americano nella storia degli USA, battendo il
senatore repubblicano John McCain.
Geografia
Gli Stati Uniti si trovano quasi interamente nell’emisfero
occidentale: gli Stati Uniti continentali sono bagnati
dall’Oceano Pacifico a ovest, dall'Oceano Atlantico a est,
e a sud-est dal Golfo del Messico. I paesi confinanti sono il
Canada a nord e il Messico a sud. L’Alaska è lo stato
più vasto, mentre le Hawaii occupano un arcipelago nel
Oceano Pacifico centrale. Dopo la Russia e il
Canada, gli Stati Uniti hanno il terzo posto come paese più
esteso del mondo. La classifica varia a seconda di come vengono
conteggiati i due territori contestati dalla Cina con l'India
e la superficie stessa degli Stati Uniti: il CIA ''World Factbook''
segnala 9.826.630 km², lo ''United Nations
Statistics Division'' fornisce 9.629.091 km².
Gli Stati Uniti possiedono anche diversi territori insulari sparsi
tra l'Oceano Pacifico (ad esempio Guam) e i Caraibi
(compreso Porto Rico, che è legato agli Stati Uniti in
un'associazione chiamata Commonwealth.
Dalla pianura costiera dell’atlantico spostandosi verso l’interno
si incontrano i boschi decidui e le dolci colline del Piedmont.
I monti Appalachi dividono la costa orientale dai Grandi Laghi alle praterie del ''Midwest''. Il
Mississippi , il quarto
sistema fluviale più lungo del mondo, attraversa da nord verso sud
il centro del paese. Le piatte e fertili praterie delle Grandi
Pianure si estende ad ovest, interrotte da un altopiano nella
regione sud-est. Le Montagne Rocciose, al margine occidentale
delle Grandi Pianure si estendono da nord a sud attraverso
tutto il paese, raggiungendo altitudini superiori ai 4.300 metri
in Colorado. Più ad ovest sono si incontrano le rocce del
Gran Bacino e deserti come il Mojave. Le catena montuosa della Sierra Nevada e la Catena
delle Cascate si snodano prossimi oramai alla costa del Oceano Pacifico. Con i suoi 6.194 metri sul livello del mare,
il Monte McKinley, in Alaska è la vetta più elevata del paese. Vulcano attivi sono comuni e presenti in tutta
la regione costiera che va dall’Arcipelago Alexander alle
Isole Aleutine, attraversando la Penisola di Alaska, oltre
che nell’arcipelago delle Hawaii. Il supervulcano presente
nel Parco Nazionale di Yellowstone nelle Montagne Rocciose è più
grande vulcano presente all’interno della parte continentale degli
Stati Uniti.
Clima
Gli Stati Uniti, con la loro grande dimensione e varietà
geografica, comprendono al loro interno la maggior parte dei vari
tipi di clima. Ad est del 100° meridiano il clima varia da
umido continentale nel nord fino a subtropicale umido a sud. Nella
punta meridionale della Florida è presente un clima
tropicale, così come alle Hawaii. Le Grandi Pianure ad
ovest del 100° meridiano sono generalmente semi-aride. In gran
parte delle regioni montane dell’Ovest sono caratterizzate da un
clima alpino. Il clima è arido nel Gran Bacino, desertico nel
Sud-Ovest, clima mediterraneo lungo la costa californiana,
oceanico lungo la costiere di Oregon, Washington e
Alaska meridionale. La maggior parte dell’Alaska rientra
però nel clima subartico o polare. Fenomeni meteorologici estremi
non sono rari, con le regioni costiere lungo il Golfo del
Messico soggette al rischio uragani.
Ecologia
L'Haliaeetus leucocephalus (aquila di mare testa bianca),
simbolo degli Stati Uniti sin dal 1782.
L’ecologia degli Stati Uniti è molto varia: circa 17.000 specie di
piante vascolari sono presenti negli Stati Uniti contigui e
nell'Alaska, e oltre 1800 specie di piante fiorite si trovano
nelle isole Hawaii, alcune delle quali presenti anche nel
continente. Gli Stati Uniti sono la patria di più oltre 400 specie
di mammiferi, 700 specie di uccelli, 500 specie di rettili;
Regioni geografiche
Gli stati principali sono suddivisi in quelli della costa
orientale (''East Coast''), il sud (''South''), il ''Midwest'', la
zona montana (''Mountain states'', compreso il ''Southwest''), e
la costa occidentale (''West Coast'').
Gli stati della costa orientale sono, da nord a sud, Maine,
New Hampshire, Vermont (che non è sulla costa),
Massachusetts, Rhode Island (il più piccolo degli stati),
Connecticut, New York, Pennsylvania
(che è vicino alla costa e la cui metà occidentale è spesso
considerata parte del ''Midwest''), New Jersey, Delaware,
Maryland, Virginia, Carolina del Nord, Carolina del
Sud, Georgia, Florida. Gli ultimi 5 (dalla
Virginia) vengono anche contati come stati del Sud.
Geograficamente questa zona comprende montagne basse e molto
antiche, gli Appalachi, con un andamento generalmente da
nord-est a sud-ovest, oltre a molti fenomeni locali, compresi i
fenomeni glaciali a nord, le faglie tettoniche della valle
dell'Hudson, e la zona di origine calcarea (corallina) della
Florida. Il corso dei fiumi è generalmente da ovest verso est. I
fiumi tendono ad essere di lunghezza limitata ma ampi e dal flusso
regolare. Le maree sono spesso forti, soprattutto al nord. Gli
inverni sono freddi (nel nord) o moderati (al sud) e umidi, le
estati ugualmente umide.
Capitol Reef National Park nello Utah.
Gli stati del Sud comprendono i summenzionati Virginia, Carolina
del Nord/Sud, Georgia, Florida, e anche Virginia Occidentale
(spesso considerato parte del Midwest, dato che era dalla parte
del nord nella guerra civile), Kentucky, Tennessee,
Alabama, Louisiana, Arkansas, Oklahoma, Texas
(spesso considerato fra gli stati del sud-ovest). Questa zona
comprende la parte meridionale (e le cime più elevate) degli Appalachi, e più a ovest l'altopiano d'Ozark. I fiumi
comprendono le foci del Mississippi (fiume) e del
Rio Grande (fiume - Stati Uniti). La più grande
influenza climatica viene dal Golfo del Messico, e comprende
inverni miti, umidità, e di tanto in tanto Ciclone tropicale.
Gli stati del Midwest comprendono Ohio, Michigan,
Indiana, Wisconsin, Illinois, Missouri,
Minnesota, Iowa, Dakota del Nord, Dakota del Sud,
Nebraska e Kansas. Sono in gran parte stati agricoli e
industriali (compresa la "rust belt", la zona industriale
"arrugginita" negli anni settanta e anni
ottanta dalla concorrenza, soprattutto giapponese),
freddi d'inverno, caldi d'estate, con clima da umido (verso est) a
secco (verso ovest). È qui che si trova il "cuore" ("heartland")
degli Stati Uniti, ed è considerato un centro di valori morali
(lavoro serio, casa e famiglia, i pionieri sulla prateria, e così
via) per il resto del paese.
Gli stati della zona montana comprendono Montana, Idaho,
Wyoming, Nevada, Utah, Colorado, Arizona,
Nuovo Messico. Gli ultimi quattro spesso anche considerati gli
stati del sud-ovest. Soprattutto a sud la zona è secca, con molti
deserti (deserto Sonorano) e le Montagne Rocciose. A nord ci sono
inverni molto freddi ed estati miti, mentre a sud gli inverni sono
miti e le estati calde. Questa è la zona meno abitata del paese,
ed è dove si trovano molte delle destinazioni sceniche degli Stati
Uniti, per esempio il Grand Canyon (Arizona) e
Yellowstone (Wyoming).
La geografia della costa occidentale, Washington,
Oregon, California) comprende montagne elevate (Sierra
Nevada), vari vulcani, deserti (Death Valley), e zone molto
umide (la costa, soprattutto a nord).
Immigrazione
L'immigrazione negli Stati Uniti fu sempre molto intensa nel corso
della storia, specialmente dall'Europa, la parte meridionale fu
interessata dall'immigrazione dalla Spagna, tranne la zona della
Louisiana che al tempo si estendeva fino al Canada.
I primi immigrati nelle 13 colonie provenivano dal Regno Unito
ma in seguito fu fortissima l'immigrazione dalla Germania dove
il numero degli abitanti era quasi pari a quello degli immigrati
britannici, mentre nella zona dell'attuale stato del New York
erano presenti immigrati dai Paesi Bassi.
L'immigrazione dalla Francia fu frequente dopo il cedimento
della Louisiana agli Stati Uniti da parte di Napoleone Bonaparte.
Nell'ottocento fu enorme l'immigrazione dall'Irlanda, ed
altrettanto forte quella dall'Italia, specie a cavallo tra
l'800 ed il '900.
L'immigrazione proseguì nel novecento con l'arrivo di immigrati
dai paesi scandinavi, e durante la seconda guerra mondiale di
Ebrei (circa 6 milioni) specialmente dalla Russia, dalla
Polonia e dall'Ungheria.
Popolazione-origini
Con più di 305 milioni di abitanti (fine 2008), gli Stati Uniti
sono il terzo paese al mondo per popolazione, dopo Cina ed
India.
La zona più popolata del Paese è quella nordorientale, di antica
urbanizzazione. Di recente si sono espanse anche le zone urbane
della costa pacifica, specie in California.
Secondo l'ultimo censimento ufficiale (2000), il 75,1% della
popolazione è bianca, il 12,3% nera o di origine afroamericana, il
3,6% asiatica, e solo lo 0,9% di origine amerindia. Va notato
che il 5,5% si è dichiarato di altre etnie, mentre il 2,4% di
origine mista.
I latinoamericani di ogni etnia costituiscono,
sempre secondo l'ultimo censimento, il 12,5% della popolazione.
Percentualmente vengono subito dopo i residenti di ascendenza
tedesca (15,2%), ma prima di quelli di origine irlandese (10,9%)
ed inglese (8,7%). Consistenti sono anche le minoranze asiatiche,
soprattutto cinesi. I residenti di ascendenza italiana
rappresentano il 5,6% della popolazione totale. Il gruppo
comunemente identificato come WASP, Bianco,
Anglosassone, Anglicana, pur detenendo ancora le leve del
potere politico ed economico, non costituisce più la maggioranza
della popolazione del paese.
La popolazione è generalmente in crescita, specie grazie ad una
forte immigrazione, proveniente in buona parte dall'America
Latina e dall'Asia sudorientale. La presenza di immigrati -
o di loro discendenti diretti - è molto rilevante nella parte sud
occidentale del paese. Più di 37 milioni di cittadini sono nati
all'estero e circa 15 milioni di questi sono stati naturalizzati
cittadini statunitensi.
L'Affirmative Action, una politica a favore dei gruppi minoritari,
ha permesso negli ultimi decenni agli appartenenti alle minoranze
etniche un più facile accesso alle Università, a molti posti
di lavoro che precedentemente erano loro preclusi e ad incarichi
di grande responsabilità nel mondo politico e nell'alta finanza. Questo
però da qualcuno è visto come una sorta di razzismo al contrario
nei confronti di una parte di popolazione.
Per quanto riguarda le '''origini''' della popolazione
statunitense (stima del 2006) si calcola che abbiano le seguenti
discendenze (anche se solo lontane o parziali)
Circa 36,6 milioni sono afroamericani.
Circa 198 milioni sono bianchi non ispanici così suddivisi: 50,7
milioni sono originari della Germania, 36,5 milioni del
Regno Unito, 36,5 milioni dell'Irlanda, 17,8 milioni
dell'Italia, 11,8 milioni della Francia (compresi
franco-canadesi), 10 milioni della Polonia, 5 milioni dei
Paesi Bassi, 4,6 della Norvegia , 4,4 milioni della
Svezia, 3 milioni della Russia, 1,5 milioni
dell'Ungheria, 1,5 milioni della Danimarca, 1,4 milioni
della Grecia e altrettanti dell'Armenia e del
Portogallo. Di minore consistenza qualche altro milione
rappresentato dai paesi europei non elencati sopra.
Circa 15 milioni di persone sono di origine asiatica, soprattutto
Filippine (4 milioni), Cina (3,5 milioni), India (2,7
milioni), Vietnam (1,6 milioni), Corea (1,5 milioni) e
Giappone (1,2 milioni).
Da una stima fatta nel 2007 risulta che 45,5 milioni di
cittadini statunitensi sono di origine ispanica ( di qualsiasi
razza ) in particolare dal Messico (28 milioni), da Porto
Rico (4 milioni), da Cuba (1,5 milioni), da El Salvador
(1,4 milioni).
I nativi americani sono circa 4,5 milioni.
L'immigrazione ispanica è tutt'oggi la più numerosa (molti sono i
clandestini entrati illegalmente dal Messico) e si dice che tra
qualche decennio il numero degli ispanici supererà quello degli
americani di lingua inglese.
È stato inoltre calcolato che negli Stati Uniti vivano
approssimativamente 12 milioni di clandestini (''unauthorized
immigrants''), principalmente messicani, salvadoregni,
guatemaltechi, filippini.<
Politica
Nell'anno 1929, l'America, uscita da un periodo brillante, cade in
crisi, dovuta al fenomeno della speculazione.
Eccessivi acquisti di azioni, hanno fatto si, che Wall Street,
crollasse, nel periodo nero dell'America.In questo periodo
miliardi di dollari vennero persi, e i conseguenza l'USA degenerò.Questo
periodo durò per circa 12 anni. Finì infatti con il presidente
Franklin Delano Roosvelt, che attuò una politica basata
esclusivamente sull'economia americana.Questo periodo, in cui
l'Usa tornò a dominare l'economia mondiale, viene chiamato New
Deal (che significa "Nuovo corso", ovvero rinascita,
ricominciare).
Ordinamento dello stato
Il sistema politico degli Stati Uniti d'America comprende il
sistema federale che unisce gli stati, e il sistema di ciascun
stato.
Nonostante la possibilità teorica di ampia indipendenza, gli
stati tendono ad assomigliarsi nei sistemi di governo, e
generalmente sono basati sul sistema federale con un capo dello
stato (il presidente degli Stati Uniti, o il Governatore governatore di ciascun Stato), un'assemblea
legislativa (di solito bicamerale, con un Senato degli Stati
Uniti d'America e una Camera dei Rappresentanti degli
Stati Uniti d'America, un sistema di giudici e tribunali,
federali e statali, ciascuno con una propria giurisdizione.
Il rapporto fra il governo federale e gli stati è regolato dalla
Costituzione degli Stati Uniti,
interpretata dalla Corte Suprema degli Stati Uniti.
Il governo federale, per Costituzione, ha il solo potere di
regolare il commercio fra gli stati, di proteggere i diritti
dei cittadini, e di difendere il paese. Di fatto e con l'avallo
della Corte Suprema, col tempo ha acquisito grandi poteri, che
esercita attraverso organismi federali i quali, ad esempio,
regolamentano la circolazione delle droghe o la cattura dei
criminali, ma anche l'educazione e i diritti dei disabili.
Ogni stato elegge al congresso due senatori e un numero di
rappresentanti proporzionale alla popolazione (almeno uno), un
sistema che offre un maggiore peso agli stati più piccoli.
Il sistema politico statunitense è bipolare e assegna il potere a
chi ha ricevuto più voti tra i due grandi partiti, il partito
Democratico (generalmente più vicino alla sinistra) e il partito
Repubblicano (generalmente più vicina alla destra).
L'elezione del presidente avviene ogni quattro anni, il primo
martedì dopo il primo lunedì di novembre. L'elezione del
Presidente avviene in modo indiretto. I cittadini eleggono i
grandi elettori che a loro volta si riuniscono ed eleggono il
Presidente. Ogni stato possiede un numero di grandi elettori pari
al numero di deputati e di senatori che lo stato esprime.
Con rare eccezioni in ciascuno stato i grandi elettori vengono
assegnati alla lista che prende il maggior numero di voti (''the
winner takes all'').
Il meccanismo elettorale spinge i candidati a concentrare i propri
sforzi per ottenere i voti di pochi decisivi stati nei quali il
risultato è incerto, trascurando invece gli stati nei quali con
ragionevole certezza il risultato finale è scontato.
La scelta del candidato alla presidenza avviene attraverso
elezioni primarie che avvengono nel corso di diverse settimane,
secondo un calendario che rispecchia la tradizione e vede nell'Iowa e nel New Hampshire i primi stati
interessati da questo tipo di voto.
Nel senato una maggioranza di tre quinti è necessaria per porre
fine al dibattito. Questo permette a una sostanziale minoranza di
bloccare leggi particolarmente sfavorevoli, con un processo
chiamato "filibuster". Inoltre, se il presidente si rifiuta di
firmare una legge (ponendo il suo diritto di "veto"), maggioranze
di due terzi sia nella Camera sia nel Senato possono approvare una
legge senza la firma del presidente, superandone il suo "veto".
Talvolta, le leggi passate dal Senato e dalla Camera sono diverse.
In tal caso, un comitato formato da senatori e rappresentanti ("conference
committee") si riunisce per cercare un compromesso accettabile ad
entrambe le camere: compromesso che spesso esprime più le
preferenze del comitato che delle due camere. Ciononostante le
leggi, molto spesso, vengono approvate comunque. In tali battaglie
politiche spesso il conflitto non è a viso aperto: infatti, spesso
il presidente firma una legge approvata dai due terzi di ciascuna
delle due camere ("a veto-proof majority") pur dichiarandosi
contrario.
Per quanto riguarda la costituzione, questa può essere
Costituzione degli Stati Uniti d'America,
mediante due procedure:
- con la prima, il Congresso, con l'approvazione di due terzi di
ciascuna delle Camere, propone agli Stati l'emendamento in
questione;
- con la seconda (che non è stata mai applicata) il Congresso,
dietro richiesta delle assemblee legislative di due terzi degli
Stati, convoca una Convenzione nazionale per discutere e
presentare l'emendamento.
A questo punto, in entrambi i casi, è necessario che tre quarti
degli Stati approvino l'emendamento. Questa approvazione può
essere opera dell'assemblea legislativa dello Stato, o di una
apposita convenzione. Tranne in un caso, l'approvazione degli
emendamenti è sempre stata opera delle assemblee legislative degli
stati.
Vari emendamenti si sono succeduti nella storia statunitense. Sono
famose le modifiche dopo la guerra civile intese a proibire la
schiavitù. Clamoroso l' XVIII emendamento che proibisce il consumo
dell'alcool, successivamente abrogato dall'Costituzione degli
Stati Uniti
Politica estera
Gli Stati Uniti esercitano a livello globale una grande influenza
economica, politica e militare. Sono membro permanente delle
Organizzazione delle Nazioni Unite e del
Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, e la città di
New York ospita la sede dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Quasi tutti i paesi hanno ambasciate a Washington
e numerosi consolati sono presenti in tutto il
paese. Allo stesso modo quasi tutte le nazioni ospitanti missioni
diplomatiche americane. Tuttavia Cuba, Iran, Corea del
Nord, Bhutan, Sudan e Taiwan non hanno formali
relazioni diplomatiche con gli Stati Uniti.
Gli Stati Uniti godono di un rapporto speciale con il Regno
Unito e mantengono forti legami con Australia, Nuova
Zelanda, Giappone, Israele, e tutti i membri della
NATO. Lavorano inoltre a stretto contatto con i vicini
continentali tramite l'Organizzazione degli Stati Americani e
accordi di libero scambio come il NAFTA con Canada e
Messico. Nel 2005 gli Stati Uniti hanno speso 27 miliardi
di dollari in aiuti pubblici allo sviluppo, il
maggior paese contributore del mondo. Tuttavia, relativamente al
reddito interno lordo, gli Stati Uniti contribuiscono con il
0,22%, classificandosi al ventesimo posto tra i ventidue
principali stati donatori. Enti non governativi, come fondazioni
private, imprese e istituzioni religiose donano 96 miliardi di
dollari. Il totale complessivo sale così a 123 miliardi di $, il
settimo in percentuale del reddito interno lordo.
Difesa
Con la caduta dell'Unione Sovietica all'inizio degli anni '90 del
XX secolo, gli Stati Uniti sono rimasti l'unica superpotenza
militare al mondo. Nonostante gli innumerevoli tagli di fondi
destinati al settore Difesa, le forze armate degli Stati Uniti
rimangono, ad oggi, il più potente ed avanzato sistema militare
del pianeta.
Nel corso degli anni (in particolar modo dopo la fine della
seconda guerra mondiale), grazie alla ricerca di una sempre
maggiore efficienza e superiorità tecnologica (piuttosto che
numerica) nei confronti dei potenziali nemici, le forze armate
statunitensi hanno raggiunto una capacità operativa estremamente
elevata.
I corpi militari sono cosi suddivisi:
-United States Navy''': Unica Marina Militare al mondo dotata
di ben 11 “superportaerei” (più centinaia di sottomarini nucleari
e varie tipologie di navi da battaglia) in grado di “proiettare”
il potenziale militare americano in qualsiasi parte del globo in
poche ore (o giorni);
-United States Army''': L'esercito, composto da quasi un
milione di soldati altamente addestrati e dotati di materiali di
prim'ordine;
-United States Air Force''': L'aviazione Militare, dotata di
migliaia di aerei ed elicotteri, unica al mondo ad essere dotata
di aeromobili con tecnologia “Stealth”;
-United States Marine Corps''': Corpo Militare Elitario,
gestito come una piccola forza armata a se stante, dispone di una
propria marina, una propria forza aerea ed un proprio esercito. Il
Corpo dei Marines dispone di una “Forza di Intervento Rapido” in
grado di raggiungere in poche ore qualsiasi punto del globo
terrestre;
-United States Reserve''': Riserva Militare, corpo composto da
cittadini civili che, in caso di necessità possono essere
richiamati in servizio.
-United States National Guard''': Guardia Nazionale, una branca
dell'esercito, principalmente indicata per agire in situazioni di
crisi interna al paese.
Il presidente detiene il titolo di comandante in capo della forze
armate e nomina i suoi leader, il Segretario della Difesa degli
Stati Uniti e i Joint Chiefs of
Staff. Il Dipartimento della
Difesa gestisce le forze armate, compresa Esercito, Marina, Corpo
dei Marines, e l’Air Force. La Guardia Costiera è gestito dal
Dipartimento di Sicurezza della Patria in tempo di pace e dal
Dipartimento della Marina in tempo di guerra. Nel 2005 i militari
erano 1,38 milioni di personale in servizio attivo, insieme a diverse
centinaia di migliaia di riserva, oltre alla Guardia
Nazionale, per un totale di 2,3 milioni di soldati. Il
Dipartimento della Difesa impiega inoltre circa 700.000 civili. Il
servizio militare è volontario, anche se la coscrizione può
verificarsi in tempo di guerra. Le forze americane possono essere
impiegate rapidamente grazie alla grande flotta di aerei da
trasporto e aerei cisterna di rifornimento dell’Air Force, e alle
undici portaerei attive nelle flotte dislocate nell’oceano
Atlantico e Oceano Pacifico. Al di fuori degli
Stati Uniti, i militari americani sono schierati su 770 basi e
strutture presenti in ogni continente, tranne l'Antartide
La spesa totale in campo militare nel 2006 ammontava a più di
528 miliardi di $, cioè quasi il 46% della spesa militare globale.
La spesa pro capite è di 1.756 $, circa dieci volte la media
mondiale.